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Il padre di Ramy: 'Nostro figlio sarà sepolto in Italia'

Il padre di Ramy: 'Nostro figlio sarà sepolto in Italia'

'Era più italiano che egiziano'. Per l'autopsia è morto sul colpo. La fidanzata in un video: 'Vogliamo solo giustizia e verità'

MILANO, 29 novembre 2024, 21:40

di Francesca Brunati

ANSACheck
Ramy - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ramy - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non è il momento di fare una fiaccolata" secondo il papà di Ramy Elgaml, il ragazzo egiziano di appena 19 anni morto nei giorni scorsi a Milano in un terribile incidente durante un inseguimento: lui e un amico in sella a uno scooter non si sarebbero fermati a un posto di blocco dei carabinieri. Da qui la fuga in piena notte ad altissima velocità per le vie della città, il più delle volte in contromano, fino allo schianto in via Quaranta, in zona Corvetto.

Ramy ha perso la vita e l'amico, che era alla guida, è finito in ospedale in gravissime condizioni, mentre il quartiere alla periferia sud est è stato teatro di rabbia e scontri. Stamane, davanti all'obitorio dove era in corso l'autopsia, il padre di Ramy ha chiesto di abbassare la tensione. "Quando benediremo Ramy, andremo al cimitero. Se vogliono fare una fiaccolata non c'è problema, ma noi siamo lontani da questa cosa, restiamo a casa".

Yehia Elgaml ha spiegato che suo figlio verrà "sepolto in Italia", a Milano, perché si sentiva "più italiano che egiziano", e con gli occhi segnati dal dolore, ha invitato a fare un passo indietro. "Ho mandato un messaggio per questi ragazzi che fanno casino. Ho detto basta violenza, non accendete fuochi nelle strade perché Ramy non vuole questa cosa. Per favore, - ha aggiunto - lasciate stare, non fate niente".

 

E la fidanzata in un video ha detto: "Non vogliamo niente, non cerchiamo soldi, niente, vogliamo solo giustizia e verità, vogliamo sapere cosa è successo al nostro Ramy. Vogliamo sapere se ce l'hanno portato via, se ce l'ha portato via davvero qualcuno, vogliamo delle risposte perché adesso abbiamo solo un grande punto di domanda".

Mentre l'amico che era alla guida, un italiano di origini tunisine di 22 anni, dopo un delicato intervento, nel pomeriggio si sarebbe risvegliato dal coma all'ospedale San Carlo, sono arrivati i primi esiti dell'esame autoptico. Ramy è morto sul colpo, in un istante, non per lesioni gravi alla testa, per altro senza la protezione del casco, che si era sfilato durante la folle corsa in moto, ma per un gravissimo trauma al lato sinistro del torace: l'impatto devastante ha fratturato in più punti la colonna vertebrale e ha lesionato l'aorta senza lasciare via di scampo. Il pm Marco Cirigliano, titolare dell'indagine, ha disposto ulteriori accertamenti e, quindi, non è ancora stato dato il nulla osta affinché si possa celebrare il funerale.

L'inchiesta, in cui il 22enne alla guida dello scooter è piantonato in ospedale agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale ed è indagato per omicidio stradale assieme al vice brigadiere che era al volante della gazzella, punta a far luce sulla dinamica dell'incidente, su cui le immagini delle telecamere al momento non riescono a fare chiarezza più di tanto.

Intanto non si fermano le proteste - sul muro esterno di un teatro di Roma sono comparse le scritte di "vendetta per Ramy" e contro i Carabinieri - e le manifestazioni: a pochi giorni dalla notte di guerriglia urbana al Corvetto, stasera è andato in scena un presidio della Lega, che parla di mancata integrazione dei giovani di seconda generazione. Per domani sera è invece prevista una fiaccolata commemorativa per Ramy, organizzata da Milano in movimento.

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