A suor Maria Donelli, ai
domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Brescia su
un'associazione di tipo 'ndranghetista, è contestato di aver
messo a disposizione del gruppo "la propria opera di assistenza
spirituale nelle case circondariali e di reclusione per
veicolare messaggi tra appartenenti all'organizzazione criminale
e i soggetti detenuti in carcere". Per la religiosa l'accusa è
concorso esterno in associazione mafiosa.
In questo modo, si legge nell'ordinanza del gip di Brescia,
avrebbe avuto dai detenuti e comunicato agli indagati
"informazioni utili per meglio pianificare strategie criminali
di reazione alle attività investigative e dell'Autorità
giudiziaria".
La sua presenza serviva anche per "risolvere dissidi e
conflitti tra i detenuti all'interno del carcere".
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