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Caso Ramy, i pm valutano le posizioni di sei carabinieri

Caso Ramy, i pm valutano le posizioni di sei carabinieri

Tre indagati al momento. Verifiche anche su dichiarazioni teste

MILANO, 10 dicembre 2024, 19:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le posizioni di tutti e sei i carabinieri, che erano sulle tre macchine che inseguivano lo scooter con in sella il 22enne Fares Bouzidi e Ramy Elgaml, il 19enne morto nell'incidente il 24 novembre, sono al vaglio nelle indagini della Procura di Milano. E' quanto si è appreso in relazione all'inchiesta che, al momento, in un filone aperto per frode processuale e depistaggio e per favoreggiamento personale vede indagati almeno due militari, oltre al vicebrigadiere che era alla guida dell'auto inseguitrice, iscritto per omicidio stradale.
    Ieri a carico dei carabinieri sono state effettuate perquisizioni con sequestri di telefoni e dispositivi, mentre Fares Bouzidi, ai domiciliari per resistenza, sarà interrogato dal gip Marta Pollicino giovedì prossimo.
    Sempre giovedì sarà dato l'incarico ad un ingegnere per una consulenza cinematica e dinamica per ricostruire l'incidente, mentre un'altra consulenza sarà affidata ad un esperto informatico per l'analisi di tutti i dispositivi, tra cui il telefono del testimone al quale sarebbe stato chiesto dai carabinieri, stando alla sua versione, di cancellare un video.
    I pm valutano anche l'ipotesi di falso, non ancora formalmente contestate, in relazione al verbale d'arresto firmato da quattro carabinieri. Verifiche anche sulla coerenza delle dichiarazioni del giovane teste oculare, tra quelle messe a verbale e quelle rese a trasmissioni televisive.
    Da quanto si è saputo, il testimone oculare, che avrebbe visto le ultime fasi dell'inseguimento tra via Ripamonti e via Quaranta, ha messo a verbale, davanti ai pm e ai carabinieri del Nucleo investigativo, che lui avrebbe sentito un "rumore di impatto" tra la macchina dei militari che tallonava lo scooter e quest'ultimo. La Procura ipotizza che l'urto ci sia stato, anche se certezze definitive potranno arrivare solo con la consulenza affidata all'ingegnere Domenico Romaniello.
    I quattro carabinieri, che hanno firmato il verbale d'arresto di Bouzidi, non hanno mai fatto cenno all'impatto. Potrebbe scattare anche la contestazione di falso se sarà stabilito che il contatto, anche se accidentale, c'è stato. Mentre le contestazioni di frode processuale e depistaggio e favoreggiamento personale riguardano la presunta cancellazione del video del testimone. Su questo fronte, nell'inchiesta del procuratore Marcello Viola e dei pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, sarà decisiva la consulenza dell'esperto informatico sul telefono del giovane teste, oltre che più in generale le analisi sui telefoni dei militari sequestrati nelle perquisizioni di ieri.
    Intanto, l'interrogatorio di Bouzidi davanti alla gip, rinviato nei giorni scorsi perché era ancora convalescente, è stato fissato per il 12 dicembre. E' ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale e indagato per omicidio stradale.
   

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