Un attacco "orribile" e "ignobile": così Joe Biden ha condannato l'ultimo raid russo contro l'Ucraina. "Le autorità ucraine riferiscono che la Russia ha lanciato quasi 200 missili e droni contro le città ucraine e le infrastrutture energetiche, privando i civili ucraini dell'accesso all'elettricità. Questo attacco è ignobile e serve come un ulteriore promemoria dell'urgenza e dell'importanza di sostenere il popolo ucraino nella sua difesa contro l'aggressione russa", afferma in una nota. "In questo giorno - scrive - il mio messaggio al popolo ucraino è chiaro: gli Stati Uniti sono con voi. All'inizio di quest'anno, e su mia indicazione, gli Stati Uniti hanno iniziato a dare priorità alle esportazioni di difesa aerea in modo che andassero per primo in Ucraina. Il dipartimento della Difesa ha consegnato centinaia di missili di difesa aerea aggiuntivi all'Ucraina, come conseguenza di questa decisione, e sono in corso ulteriori consegne. Per mesi, la mia amministrazione ha lavorato per aiutare l'Ucraina ad aumentare la resilienza della sua rete energetica in preparazione per l'inverno, e il dipartimento della Difesa continua a incrementare altre capacità critiche per l'Ucraina, tra cui artiglieria, razzi e veicoli blindati". "La Russia - conclude - continua a sottovalutare il coraggio, la resilienza e la determinazione del popolo ucraino. Gli Stati Uniti sono al fianco di oltre 50 Paesi a sostegno dell'Ucraina e della sua lotta per la libertà".
Il Parlamento di Strasburgo esorta i Paesi europei a fornire all'Ucraina anche missili a lungo raggio per contrastare l'aggressione di Mosca e approva la scelta del presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden di autorizzare Kiev ad attaccare obiettivi militari in territorio russo. Ma, al momento del voto finale, le coalizioni italiane si dividono: nel centrodestra tutti d'accordo tranne la Lega; nel campo largo invece il Pd dice sì, malgrado i distinguo nel voto degli emendamenti tutti bocciati, mentre i Cinque Stelle sono contrari. Praticamente un remake del voto di ieri sull'Ursula bis. Con questa risoluzione non legislativa - approvata con 390 voti favorevoli, 135 no e 52 astensioni - gli eurodeputati chiedono all'Ue di rafforzare il sostegno militare all'Ucraina, anche attraverso la fornitura di aerei, missili a lungo raggio (compresi i Taurus tedeschi), moderni sistemi di difesa aerea (fra cui i Patriot e i Samp/T) e sistemi di difesa antiaerea portatile (Manpads). Quindi accolgono con favore il via libera di Biden agli attacchi in territorio russo, chiedendo ai Paesi Ue di fare altrettanto. Tutto il testo verte su quattro punti fermi: il primo è che il coinvolgimento delle truppe di Pyongyang e i test russi di nuovi missili balistici in Ucraina segnano "una nuova fase della guerra".
Quindi l'esortazione del Parlamento a Pechino a porre fine a tutta l'assistenza militare fornita alla Russia. Infine gli eurodeputati chiedono ulteriori sanzioni in settori di particolare importanza economica per Mosca e ribadiscono il concetto che sostenere l'Ucraina è interesse strategico comune di Europa e Stati Uniti. Ma sono i nodi sull'uso di armi a lunga gittata e la linea dell'inquilino della Casa Bianca che fanno registrare profonde divisioni, assolutamente bipartisan, all'interno della pattuglia degli eurodeputati italiani. E si apre qualche faglia anche all'interno dei partiti, come nel Pd, durante il voto degli emendamenti. O all'interno della famiglia politica di appartenenza: è il caso di Forza Italia che, sempre votando gli emendamenti, rimane isolata sul 'no' alla scelta di Biden, mentre tutto il resto dei popolari ha confermato i suo appoggio. In particolare, tornando al Partito Democratico, proprio sul via libera americano agli attacchi in territorio russo votano a favore Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran, Pina Picierno e Irene Tinagli. Contrari Alessandro Zan, Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Questi ultimi due, indipendenti eletti nelle liste dem, decidono di astenersi anche sul testo finale. Astenuti sull'emendamento invece Lucia Annunziata, Brando Benifei, Stefano Bonaccini, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Giuseppe Lupo, Alessandra Moretti, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Raffaele Topo e il capodelegazione Nicola Zingaretti. Al netto dei segnali politici comunque, per l'Italia cambia poco o nulla. "Le scelte sull'utilizzo delle armi sono sempre bilaterali, non europee. L'Italia ha sempre detto di usare le nostre armi nel territorio ucraino e non in territorio russo perché non siamo in guerra con la Russia, ci sono anche dei limiti costituzionali. La nostra posizione rimane immutata", commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
"Onorato di firmare un memorandum d'intesa con l'Ucraina per conto dell'Unione europea per 18,1 miliardi di euro in assistenza macrofinanziaria per aiutare l'Ucraina a coprire le esigenze immediate. Fa parte dell'iniziativa del G7 per supportare l'Ucraina utilizzando i ricavi derivanti da asset russi immobilizzati, assicurandosi che l'aggressore paghi per i danni che ha causato". Lo annuncia su X il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal segnala il "passo coraggioso" dell'Ue: "Questo non è solo un aiuto, è un precedente per ritenere la Russia responsabile dei suoi crimini e garantire che paghi per la sua brutale guerra di aggressione", afferma Shmyhal su X ringraziando i leader Ue: "Questo è solo l'inizio: insieme sconfiggeremo la tirannia russa, ricostruiremo l'Ucraina e garantiremo un futuro radicato nella giustizia e nei valori europei".
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