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Al Lirico intreccio di parole e note per un'intensa lode laica

Al Lirico intreccio di parole e note per un'intensa lode laica

Successo della prima del "Cantico delle creature" di Dall'Albero

CAGLIARI, 23 novembre 2024, 19:04

Redazione ANSA

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Orchestra del teatro Lirico di Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Orchestra del teatro Lirico di Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la sua voce limpida il baritono Alberto Petricca invoca "Altissimu, onnipotente, bon Signore", poi si aggiungono le voci del coro e gli archi.
    Parole, note, suggestioni introducono a una lode laica permeata di una nostalgia per una spiritualità perduta.
    Il teatro Lirico di Cagliari ha celebrato ieri sera gli 800 anni del "Cantico delle creature" di San Francesco con la composizione firmata da Claudio Dall'Albero. Al compositore e musicologo romano il Lirico di Cagliari ha commissionato l'opera musicale, eseguita in prima assoluta. Il Cantico francescano di Dall'Albero, con la sua cifra evocativa e raffinata, ha permeato l'atmosfera di avvolgenti e suadenti sonorità in un gioco di contrasti tra melodie e dissonanze, un mosaico di citazioni e omaggi ai vari stilemi dell'arte sacra lungo i secoli.
    Incantevole il passo a due di oboe e corno che introduce il "Laudato si', mi' Signore" cantato dal baritono e poi dal coro.
    La giovane direttrice Ustina Dubitsky, tedesca di origini ucraine, al suo debutto in Italia, ha restituito atmosfere e colori, ora luminosi ora cupi dell'opera, con gesto sicuro. Bene il coro, preparato da Giovanni Andreoli. Intensa l'interpretazione di Alberto Petricca.
    Il 'Cantico' di Dall'Albero è un viaggio in 11 tappe per dar voce a un Dio che si fa di volta in volta natura in una visione panteistica: il crepitare delle fiamme, l'atmosfera silvana di gocciolii naturali e dello scorrere di "sor'aqua", i suoni limpidi "Per sora luna e le stelle", e via via fino alla parte più drammatica del Cantico: il rapporto del credente con la morte. Per musicare "Per sora nostra morte corporale da la quale nullu homo vivente po' skappare", Dall'Albero sceglie la forma della fuga, potenziata dalla polifonia dell'orchestra che crea differenti linee melodiche, per giungere al solenne finale strumentale nel quale si dissolvono le tensioni dell'umano penare.
    A completare il programma musicale del terzo appuntamento con la stagione concertistica l'Ouverture in Sol minore di Bruckner e, a chiudere la serata, con la bella prova dell'orchestra del teatro Lirico, un immortale capolavoro, la terza Sinfonia di Brahms,
   

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