Accusato formalmente di aver
partecipato all'organizzazione di un tentativo di colpo di stato
per impedire l'insediamento del suo successore, Luiz Inacio Lula
da Silva, l'ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro potrebbe
rifugiarsi in un'ambasciata straniera, di fronte al rischio di
essere arrestato. "Da quello che vedo, nella storia del mondo,
chiunque si senta perseguitato può andare in un'ambasciata"
straniera, ha detto in un'intervista al portale Uol. "Se mi
sentissi colpevole di qualcosa sarei ancora negli Stati Uniti,
non sarei tornato", ha aggiunto, in riferimento al suo
trasferimento in Florida 24 ore prima della fine del suo mandato
presidenziale nel 2022 mentre, secondo la polizia, erano ancora
in corso tentativi di sovvertire l'ordine democratico. "Viviamo
in un mondo di arbitrarietà. Non riesco a dormire per il timore
che la polizia federale faccia irruzione nella mia casa
domattina. Ho già subito tre perquisizioni e sequestri. E'
assurdo sto correndo un rischio senza aver fatto nulla", ha
aggiunto l'ex presidente.
Bolsonaro e altre 36 persone sono stati incriminati la
settimana scorsa per i presunti crimini di associazione per
delinquere, colpo di stato e abolizione violenta dello stato
democratico di diritto. "Che piano era? Realizzare un colpo di
stato con un generale in pensione, tre o quattro ufficiali e un
agente della polizia federale? Ci sono più o meno 500 persone
che lavorano lì nell'edificio della Presidenza. Non posso sapere
cosa stia facendo ciascuno di loro", ha affermato l'ex capo di
stato. Alla domanda sul presunto tentativo di omicidio
dell'allora presidente eletto Lula, del suo vice Geraldo Alckmin
e del giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes, Bolsonaro
ha affermato "Che piano è questo di cui parli? Non ho idea di
cosa sia. E' stato messo in pratica? Per quanto ne so io, no",
ha concluso.
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